Ritorno alla materia primordiale: Nerosicilia

In occasione del recente 3daysofdesign, evento di riferimento per il design in Scandinavia, Nerosicilia ha presentato in anteprima un progetto inedito in collaborazione con lo studio internazionale BIG – Bjarke Ingels Group che nasce da un terreno di ricerca condiviso: l’interesse per i materiali naturali e per il loro potenziale espressivo, quando osservati e lavorati con un approccio innovativo e contemporaneo.

Le due realtà hanno trovato un punto d’incontro in un processo che unisce sperimentazione e rigore tecnico: BIG ha portato la sua visione progettuale libera da schemi, capace di leggere nella materia forme e possibilità ancora inesplorate, Nerosicilia ha messo in campo la sua expertise nella lavorazione della pietra lavica, che nasce dalla prossimità fisica e culturale con il vulcano Etna. Insieme, hanno dato forma a una serie di arredi che sono il risultato di un gesto che spinge oltre i confini della pietra, riscoprendo il suo potenziale più autentico.

Da questa indagine nasce 1669: una collezione di dining table e coffee table in pietra lavica che celebra questo elemento naturale nella sua forma più autentica e radicale. Il nome richiama l’eruzione del 1669, che ha dato origine al materiale utilizzato per la loro realizzazione. È il risultato, infatti, di un processo creativo in cui la pietra viene trasformata attraverso il solo utilizzo delle sue proprietà fisiche intrinseche e della potenza del calore, senza l’ausilio di colle, metalli o leganti.

“Con BIG condividiamo una visione: lasciare che sia la materia a guidare il progetto. 1669 nasce così, dalla pietra lavica e dalla volontà di riscoprirne l’anima più autentica, senza forzarla, ma accompagnandola nel suo naturale trasformarsi”, racconta Biagio Amarù, fondatore di Nerosicilia.

Durante la sperimentazione, è emerso un fenomeno affascinante: sottoposta a temperature estreme, la pietra lavica tende a tornare lava, perdendo le proprie geometrie per assumere forme nuove, fluide e imprevedibili. Questa reazione ha ispirato il design di 1669: un top circolare fuso direttamente su un cilindro cavo che funge da piedistallo.

Il cilindro viene alleggerito all’interno attraverso un carotaggio e la massa rimossa diventa il supporto per la fusione del top che durante la cottura si ammorbidisce, seguendo la forma sottostante, dando vita a una superficie viva, organica, apparentemente appena emersa dal vulcano.

Il risultato è un oggetto d’arredo che si fa scultura, sintesi di artigianalità, ingegno e poesia materica. 1669 è un tributo alla memoria del fuoco, un esercizio progettuale che rispetta e valorizza l’essenza della pietra lavica.

Nerosicilia

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