Fino al 16 novembre la città di Torino torna a ospitare le Nitto ATP Finals 2025 che porteranno in città i migliori tennisti a livello globale. Tra un set e l’altro, sul capoluogo sabaudo si accenderanno le luci internazionali di uno degli eventi sportivi più attesi dell’anno e anche la scena gastronomica cittadina si prepara ad accogliere il pubblico.
Tra le proposte spicca la contaminazione nikkei di Azotea, la cucina di Soul Kitchen che indaga in profondità il mondo vegetale, gli impasti di estrema ricerca di Sestogusto, e l’eleganza classico-contemporanea di Opera. Per chi desidera allontanarsi dalla vivacità della città, una breve gita tra le colline patrimonio UNESCO delle Langhe permette di confrontarsi con l’alta cucina gastronomica del ristorante La Rei Natura**.
Soul Kitchen: il ristorante torinese amato da Djokovic
Nel cuore di Torino, all’ombra dei Giardini Reali e a pochi passi dalla Mole Antonelliana, il ristorante Soul Kitchen è dal 2013 la casa di Luca Andrè. Classe 1983, lo chef ha dato vita a un progetto focalizzato sulla cucina 100% pure plant-based che da un lato vuole sensibilizzare i clienti verso un approccio etico nei confronti del cibo, e dall’altro vuole superare lo stereotipo del vegano, etichetta che spesso distoglie l’attenzione dalla profondità di questa cucina. Ogni piatto gioca su contrasti di colore e consistenze spesso inaspettate, pensati per costruire un’esperienza stimolante e vivace, che si pone l’obiettivo di valorizzare l’utilizzo di soli ingredienti vegetali. Lo chef Luca Andrè fonde la propria esperienza con le radici della tradizione piemontese, dando vita a piatti dal forte impatto visivo e dai sapori intensi.
Il tennista serbo Novak Đoković in una delle sue recenti apparizioni torinesi ha scelto proprio il ristorante Soul Kitchen optando per un menù alla carta in salsa sabauda, declinato in piatti con porro e tartufo; «contrasti» (riso, ribes, lampone, sedano, vaniglia, fumo e ginepro) e la «carbonade», preparata con tempeh di ceci, birra, senape, alloro, porro, sedano rapa e mela.
Azotea: scelto dal tennista rumeno Horia Tecău per chiudere la carriera dopo le ATP di Torino
Perù e Giappone sono separati in linea d’aria da più di 15.000 km, ma la distanza, si sa, è spesso una questione di prospettiva. E Azotea, progetto firmato da Matteo Fornaro e Noemi Dell’Agnello, è la testimonianza di come due punti così lontani sulla cartina geografica possano ritrovarsi sulle stesse coordinate. Un incontro che non è determinato dall’incrocio di meridiani e paralleli, ma dalla commistione di materie prime, sapori e tradizioni, sapientemente esaltati dallo chef Alexander Robles e dal bar manager Matteo Fornaro.
Azotea, nel cuore di Torino tra Piazza Vittorio e la Gran Madre, nasce a Laigueglia e trova nel capoluogo sabaudo la sua piena maturità. Fin dall’inizio il progetto ruota attorno a un’idea precisa e riconoscibile: esaltare a tavola il mondo nikkei nelle sue tante sfumature, e dar vita a un luogo in cui le differenze culturali, linguistiche, gastronomiche, siano il motore che dà vita a tutto.
Horia Tecău nel 2021 ha giocato con Kevin Krawietz e ha chiuso la carriera con la partecipazione alle Nitto ATP Finals di Torino, festeggiando proprio da Azota. Al momento del ritiro era ancora numero 18 del ranking e campione in carica dell’Halle Open.
Opera Ingegno e Creatività: dove il liberty sabaudo incontra la cucina vegetale
Il ristorante Opera Ingegno e Creatività sorge in Via Sant’Antonio da Padova, 3, all’interno di quella che fu la foresteria del Santuario che sorge a poca distanza. Tra le pareti in mattone a vista, lo chef Stefano Sforza valorizza la territorialità e le materie prime locali, dalle verdure dell’orto della famiglia Cometto – proprietaria della realtà – ai prodotti dei mercati autentici come Porta Palazzo a Torino.
Oltre alla carta, propone due percorsi degustazione: Opera, manifesto del locale, che unisce tradizione e creatività con accenni orientali, e un menu vegetariano, dedicato a cadenza stagionale a una famiglia vegetale specifica. Dall’antipasto al dessert, lo chef Sforza studia dei piatti che valorizzano il vegetale protagonista, sia spaziando fra le diverse varietà, sia lavorandolo con tecniche differenti. In carta al momento una verticale dedicata ai funghi.
Sestogusto: l’arte dell’impasto
Da Sestogusto, il lievitista Massimiliano Prete serve in tavola, ogni giorno, la sua idea di pizza contemporanea. Ricerca e creatività sono i motivi per cui il professionista dell’arte bianca è considerato tra i migliori nel panorama internazionale. La sua curiosità e l’incessante studio gli hanno permesso, nel corso del tempo, di mettere a punto cinque impasti identitari: il Pizz’Otto, il Fa Croc®, la Pizza Croccante, la Pizza Classica, e La Pala. A questo si aggiunge un ineguagliabile lavoro che parte dai campi di proprietà, situati tra Saluzzo e Savigliano, e porta allo sviluppo del grano evolutivo, un mix di migliaia di varietà diverse, molto resiliente e in grado di conferire una complessità aromatica unica all’impasto. Sestogusto è stata recentemente nominata 23° miglior pizzeria al mondo da 50 Top Pizza World.
La Rei Natura: nel cuore delle colline Unesco
Naturale, della memoria e istintiva. Sono queste le coordinate dei piatti dello chef Michelangelo Mammoliti. Le sue ricette parlano la lingua della natura, dipingono una visione colorata, descrivono i suoni del territorio, e si mescolano a suggestioni lontane, a volte lontanissime, raccolte in giro per il mondo in un viaggio di conoscenza e di studio lungo quindici anni. Erbe aromatiche, spezie, radici e specie vegetali coltivate personalmente insieme al suo staff nell’orto e nella serra, sono il fondamento su cui si poggia la filosofia di cucina e il percorso MAD 100% NATURA®, per una ricerca costante della massima interpretazione dell’elemento vegetale.