Knoll Textiles ha presentato Altiplano by Sheila Hicks, 1966, una delle riedizioni d’archivio che celebrano l’eredità del marchio, da sempre protagonista nella storia del design tessile, scegliendo la poltrona Trench di Acerbis.
Artista riconosciuta per le sue esplorazioni di colore, struttura e materia — spesso attraverso installazioni su larga scala che superano i confini della tessitura tradizionale — Sheila Hicks è considerata tra le figure che hanno elevato la fiber art a un linguaggio artistico internazionale.
Per raccontare il nuovo capitolo di Altiplano, Knoll Textiles ha scelto la poltrona Trench di Philippe Malouin per Acerbis: un incontro tra linguaggi e temporalità diverse, ambientato ai piedi del Monte Etna.
Con la sua architettura avvolgente e le geometrie scolpite, Trench incarna un’idea di forma essenziale, quasi monolitica, che trova nel tessuto Altiplano una nuova profondità. Il motivo di Hicks, ispirato alle trame andine, riveste la superficie con continuità visiva, in un dialogo naturale tra la precisione del progetto e l’espressività del tessuto.
«Volevo vedere cosa sarebbe accaduto quando questo tessuto storico avrebbe incontrato una forma ultracontemporanea, e se avrebbe saputo mantenere la propria forza al di fuori del canone Knoll. La collezione Trench di Philippe Malouin per Acerbis, con il suo linguaggio formale quasi primordiale, qualcosa di duraturo e al tempo stesso nuovo, ancora il tessuto al suo peso e alla sua presenza. Essendo un elemento completamente imbottito, con angolazioni complesse e persino gambe rivestite, diventa anche una testimonianza della versatilità di Altiplano: allo stesso tempo leggero e robusto, senza tempo e proiettato al futuro.», racconta Felix Burrichter, direttore di PIN–UP, che ha immaginato l’incontro tra i due universi.
Se Altiplano nasce da un sapere millenario, Trench lo proietta nel contemporaneo: una forma archetipica che reinterpreta l’idea di comfort attraverso linee pure e volumi generosi. La partnership tra Knoll Textiles e Acerbis — mediata dallo sguardo curatoriale di PIN–UP — racconta una continuità tra passato e futuro, dove la tradizione si trasforma in terreno di sperimentazione.