Montalcino, sentinella di pietra sulla Val d’Orcia, incanta con la sua storia millenaria, l’affascinante paesaggio e il celebre Brunello. Custode di un ricco patrimonio storico-artistico, a testimonianza del suo ruolo strategico nel corso dei secoli. Dall’imponente Fortezza medievale alle eleganti piazze, dalle chiese ricche di opere d’arte alle tradizioni secolari, un viaggio alla scoperta dei tesori di Montalcino, tra storia, cultura e sapori autentici.
Dominata dalla Fortezza, eretta a baluardo difensivo nel XIV secolo, Montalcino ha rappresentato un importante avamposto militare, conteso tra Siena e Firenze per il controllo del territorio.
La sua posizione, inoltre, assumeva un significato cruciale anche dal punto di vista religioso, trovandosi lungo il tracciato della Via Francigena, l’antica via di pellegrinaggio che collegava Canterbury a Roma, crocevia di uomini, merci e idee. Crocevia, che ha lasciato un’impronta indelebile nel tessuto urbano e culturale di Montalcino, arricchendolo di chiese, palazzi e tradizioni che ancora oggi affascinano i visitatori.
La Fortezza, Sentinella sulla Val d’Orcia
Giungendo a Montalcino, la prima immagine che cattura lo sguardo è l’imponente Fortezza, che si erge maestosa all’estremità sud occidentale del borgo. Costruita nel punto più alto della città nel 1361, sotto la direzione degli architetti senesi Domenico di Feo e Mino Foresi, la fortezza rappresenta un mirabile esempio di architettura militare tardo-medievale. Le sue mura massicce, le strette torri angolari e il camminamento di ronda, ricco di caditoie, evocano secoli di storia e conflitti tra Siena e Firenze.
A pochi passi dalla Fortezza, si apre Porta Cerbaia, una delle sei porte di accesso al borgo, tutte ancora visibili: Porta al Cassero, Porta al Cornio (incastonata nella Chiesa della Madonna del Soccorso), Porta Burelli o Murelli, Porta Castellana e Porta Gattoli.
Varcata la soglia della Fortezza, si accede a un’ampia corte interna a pianta pentagonale, oggi location per eventi culturali e spettacoli, che anima le serate estive, come il rinomato Jazz & Wine Festival e il Red Montalcino. Manifestazione, quest’ultima, promossa dal Consorzio del Vino Brunello di Montalcino, dedicata al Rosso di Montalcino DOC. Un’occasione per degustarne le diverse sfumature e approfondire la sua storia e il suo legame con il territorio.
All’interno della fortezza si possono ancora ammirare resti di strutture preesistenti, tra cui un’antica basilica trasformata in cappella, testimonianza delle diverse fasi costruttive che hanno interessato il complesso. Salendo sui camminamenti di ronda, lo sguardo spazia sulle dolci colline della Val d’Orcia, sul Monte Amiata che si staglia all’orizzonte, sulle Crete Senesi con i loro caratteristici calanchi e sulle colline della Maremma. È un punto di osservazione privilegiato per apprezzare la bellezza del territorio circostante e comprendere l’importanza strategica che Montalcino ha rivestito nel corso dei secoli.
La Rocca ospita tra le sue mura fortificate l’Enoteca La Fortezza, una delle prime enoteche di Montalcino. Gestita da Fabio Tassi, intraprendente e appassionato imprenditore, che con mente aperta e curiosa, ha impresso un’impronta curatoriale alla selezione dei Brunello, privilegiando la rappresentatività di tutte le microzone di Montalcino e la valorizzazione dei produttori artigianali, custodi di antiche tradizioni e interpreti innovativi del terroir.
La sua proposta enologica è un viaggio attraverso le diverse declinazioni del Brunello, dai vini biodinamici e biologici, espressione di un approccio rispettoso dell’ambiente, agli stili moderni, frutto di tecniche enologiche all’avanguardia, fino alle interpretazioni più classiche e alle rare etichette di piccoli produttori.
Virtual Tour credit www.provinciasiena.com
Orari di apertura Fortezza:
Novembre – Febbraio, Martedì – Domenica, orario apertura 9.00 – 18.00
Marzo – Ottobre, orario apertura 9.00 – 20:00
Enoteca info
Tel. + 39 0577 849211
Drogheria Franci
Proprio sotto l’imponente Fortezza, la Drogheria Franci, evoca, già nel nome, le botteghe di un tempo, ricche di spezie e generi coloniali. Punto vendita della famiglia Tassi dal 1993, all’inizio erano solo Fabio Tassi e la nonna per la vendita del miele di loro produzione, oltre al vino e altre eccellenze del territorio.
Oggi, ristorante ed enoteca grazie alla dedizione di Fabio e della moglie Silvia Fertonani, impegnati anche nella gestione dell’enoteca/ristoro La Fortezza e nella produzione di vino (la famiglia Tassi vanta una lunga storia nel settore, giunta alla terza generazione) e miele.
Locale moderno e accogliente. La cucina è un inno ai sapori della Toscana con specialità locali e creazioni originali. Solo ingredienti freschi e di stagione, provenienti da piccoli produttori locali, con un’attenzione particolare alla selvaggina. Un viaggio nel cuore della Toscana più autentica.
La carta dei vini, curata con passione, offre una selezione di etichette che spaziano dai grandi classici del Brunello ai piccoli produttori artigianali, oltre a importanti etichette nazionali.
La Sosta
Fabio Tassi ha saputo diversificare la propria proposta di qualità sul territorio con i wine bar-ristoranti, La Sosta e Pienza 491, a cui ha aggiunto un’attività ricettiva di alto livello con La Locanda e altre strutture all’interno di Montalcino.
La Sosta, a pochi metri dalla Fortezza e con doppio affaccio sul centro storico e sui giardini dell’Impero, dove assaporare i migliori piatti locali.
Via Ricasoli, 48/A
Tel: +390577848230
Forno Lambardi
Dal piazzale della Fortezza, il profumo inebriante del pane appena sfornato conduce al Forno Lambardi, un fornaio come quelli di una volta. Oltre al pane croccante e fragrante merita una sosta anche per le specialità senesi. Segnaliamo il panforte, anche al cioccolato, dolce ricco di frutta secca e spezie; il panpepato, dolce a base di miele, farina, noci e zenzero; i ricciarelli, biscotti morbidi a base di mandorle; e i cavallucci, con il loro caratteristico sapore di anice e canditi.
La qualità e la bontà di questi dolci è frutto di una sapiente lavorazione artigianale e di un’attenta selezione delle materie prime. Al bancone, la pasta fresca preparata secondo le ricette tradizionali e deliziosi grissini fatti a mano dalla consistenza friabile e dal sapore autentico.
Via Soccorso Saloni 22
+39 0577 84 80 84
Enoteca San Giorgio
Sulla stessa via al civico 9 l’enoteca San Giorgio, nata nel 2012 dall’ampliamento della cantina del Ristorante San Giorgio, l’enoteca vanta una delle selezioni più ricche della zona. Si distingue per un’ampia selezione di denominazioni locali di Brunello di Montalcino DOCG e Rosso di Montalcino DOC, includendo una rappresentativa selezione di produttori, sia storici che emergenti, per offrire una panoramica completa e aggiornata della produzione vinicola di Montalcino. Pur focalizzandosi sulle eccellenze del territorio, propone anche una selezione di vini provenienti da altre regioni italiane, con un’attenzione particolare alle specificità di ciascuna zona. Vini internazionali, con una particolare enfasi sulla Champagne, completano la proposta.
A partire dal 2016, l’Enoteca San Giorgio ha ampliato la sua presenza nel centro storico di Montalcino, rilevando due attività storiche: la Bottega di Amilcare e Da Rizieri. Questa acquisizione ha permesso all’enoteca di diversificare la propria offerta e di specializzare ciascun punto vendita.
Per facilitare l’acquisto, ha inoltre sviluppato una piattaforma di e-commerce integrata nel suo sito web, dove navigare tra le numerose etichette disponibili.
Via Soccorso Saloni 9-11
+39 340 0907265
Chiesa di Santa Croce
A poco più di 100 metri, la Chiesa di Santa Croce, nel quartiere Borghetto. La sua storia si lega profondamente alla comunità di Montalcino. Le sue origini affondano nel Trecento, quando sul luogo sorgeva un oratorio, sede di un’antica compagnia laicale, dedita a opere di carità e devozione, che rivestiva un importante ruolo nel tessuto sociale dell’epoca.
Tuttavia, nel 1785, a seguito di un periodo di riforme che interessarono molte istituzioni religiose, la compagnia fu soppressa e l’oratorio cadde in un periodo di abbandono. Fu solo nel 1872 che si decise di recuperare questo luogo di culto, grazie a un restauro accurato. Contestualmente, il Municipio di Montalcino donò l’immagine ad affresco della Madonna della Provvidenza.
L’affresco, risalente al primo quarto del XVI° secolo, rappresenta un’importante testimonianza artistica del periodo. Gli studiosi hanno notato affinità stilistiche con la maniera di Bernardino Fungai, un pittore senese attivo tra il XV° e il XVI° secolo, noto per le sue opere caratterizzate da un delicato equilibrio tra forma e colore.
Street View Chiesa di Santa Croce
Via Panfilo dell’Oca, 23
Il Giglio
A due minuti da Porta Cerbara e dalla Chiesa di Santa Croce, in Via Soccorso Saloni 5, il ristorante Il Giglio. Ex stazione di posta ottocentesca, trasformato all’inizio del secolo scorso in albergo-ristorante. Testimone di un passato ricco di storie, vide concludersi importanti affari, ospitò gli incontri dei facoltosi dell’epoca e accolse, tra guerre e matrimoni, i principali protagonisti del Novecento ilcinese, lasciando un’impronta indelebile nella memoria del luogo.
Nel 1990 la famiglia Marchetti ne prese le redini, curandone il restauro e mantenendone vivo lo spirito. Oggi, come allora il Giglio, ospitato in un antico palazzo a ridosso delle mura castellane, regala una vista suggestiva sulle crete senesi, un panorama che si può ammirare dalla sala colazione e dalle camere.
Mario Marchetti, ex vigile urbano, è forse il più grande collezionista di brunello di Montalcino. La sua carta dei vini tra le più complete della zona, include anche ottime etichette italiane e francesi. II figlio Miki affianca il padre in sala, mentre la cucina è guidata da Anna, moglie di Mario, che propone piatti fortemente legati al territorio, con una particolare attenzione alle materie prime locali.
Si consiglia di provare: una selezione di pecorini dell’azienda agricola Fior di Montalcino della famiglia Chironi, la battuta di Chianina con funghi cardoncelli e senape fatta in casa. Oltre ai tortellini di Cinta Senese con broccoli e pancetta croccante, o i pinci con le briciole. Tra i secondi, il petto d’anatra al Brunello con cipolline glassate e l’antico peposo alla fiorentina. Per un dolce finale, una mousse di castagne con salsa di cachi o anche una sfera di cioccolato con mousse alle fave di Tonca e caramello salato.
Via Soccorso Saloni, 5
+39 0577 848167
Sant’Egidio
Proseguendo si arriva alla chiesa di Sant’Egidio, nota anche come Chiesa dei Senesi, fu eretta nel 1325 sui resti di un altro edificio per costruire il cassero della fortezza. Chiesa ufficiale per la Repubblica di Siena a Montalcino.
La sua facciata, in stile romanico, si presenta con una sobria struttura in pietra, caratterizzata dalla presenza, sopra l’oculo centrale, della balzana senese, lo stemma della città. Alcune sculture integrate nelle pareti esterne potrebbero provenire dall’edificio originario. Il campanile, a vela, ben si armonizza con la struttura.
All’interno è conservata una tela, proveniente dal Convento del Colombaio di Seggiano, raffigurante “Cristo in pietà e Santi“. L’opera, databile tra il 1535 e il 1540, è attribuita a Marco Bigio.
L’altare maggiore, ornato da un tabernacolo ligneo, intagliato, dorato e dipinto, con figure del Cristo Risorto e Santi, è opera di Alessandro Casolani. Sulla parete destra del presbiterio si conserva un affresco staccato di scuola senese del tardo Trecento, raffigurante la Madonna con il Bambino e Santi.
Piazza Giuseppe Garibaldi
Piazza del Popolo e il Cuore del Borgo
Percorrendo poche centinaia di metri, si giunge a Piazza del Popolo, dalla forma irregolare e fortemente allungata, centro della vita cittadina. Posta lungo il crinale della collina di Montalcino, nell’anno Mille richiese un’importante opera di ingegneria per il livellamento del terreno, necessaria a garantire un agevole transito.
Passeggiando per la piazza, si respira un’atmosfera fatta di storia, tradizioni e convivialità. Da Piazza del Popolo, si diramano le strette e pittoresche vie del borgo, un labirinto di vicoli lastricati che invitano alla scoperta. Lungo queste vie si susseguono case in pietra, botteghe, ristoranti tipici e wine bar dove è possibile degustare il celebre Brunello di Montalcino.
Il Palazzo dei Priori
Su Piazza del Popolo si affacciano edifici storici di grande pregio, tra cui il Palazzo dei Priori, sede del Comune fino a pochi decenni fa, prima di essere spostato nei locali dell’ex Spedale di Santa Maria della Croce. Costruito interamente in pietra tra il XIII° e il XIV° secolo, il palazzo si distingue per la sua elegante facciata ornata dagli stemmi araldici dei podestà che governarono Montalcino nel corso dei secoli.
Il Palazzo si sviluppa su una pianta rettangolare allungata, con una facciata di dimensioni contenute. In fondo al portico con arcate ribassate, è incastonata tra le volte che ne decorano la copertura, la statua del XVI° secolo di Cosimo I° de’ Medici raffigurato in armatura.
Accanto al palazzo si erge l’alta torre campanaria, sormontata dal “Campanone“, i cui rintocchi scandiscono ancora oggi il ritmo della vita ilcinese.
Le Logge
Sulla piazza si aprono anche le Logge, da cui un tempo si poteva ammirare da due grandi finestroni la Val d’Orcia. Note anche come “Logge del Cappellone” per la presenza, in passato, di una cappella decorata con un affresco raffigurante il Redentore, realizzato da Vincenzo Tamagni. Demolita nel 1874, oggi, ospita un altare commemorativo dedicato ai caduti.
Dal Ristorante al Caffè Letterario: La Tradizione Continua
Alle Logge di Piazza
Proprio sotto le arcate rinascimentali del Cappellone si può godere di una sosta culinaria proprio Alle Logge di Piazza. Entrando, la cucina a vista dal gusto industrial lascia spazio ad atmosfere più calde e accoglienti con affaccio sull’incantevole Val d’Orcia. Pochi i tavoli disposti su due livelli. Nel piano sottostante un grande camino domina l’ambiente mentre una saletta riservata custodisce i tanti pregiati Brunello.
Simone Muggianu, terza generazione di ristoratori, ha saputo trasformare la vecchia caffetteria in un più moderno winebar con piccolo ristorante che propone piatti della tradizione locale. Nella carta, un’ampia selezione di salumi e formaggi con particolare attenzione a prosciutti e pecorini romani di livello.
Da provare i “pinci”, con la “n” come si dice a Montalcino, tirati a mano, allo zafferano e salsiccia, oppure nelle declinazioni più tipiche all’aglione, cinghiale e agnello. Ottime la tartare di carne e la faraona al Vin Santo. La carta dei vini, ben strutturata, presenta oltre 200 etichette locali e una accurata selezione di piccole eccellenze italiane e francesi, e prevede anche una trentina di vini alla mescita.
Via Giacomo Matteotti, 1
+39 0577 846186
Caffè 1888 Fiaschetteria Italiana
Sul lato destro di piazza del Popolo, guardando da via Mazzini, nel 1888 fu aperta la “Fiaschetteria” da Ferruccio Biondi Santi, nipote dell’“inventore” del Brunello, affettuosamente soprannominato il “Florian di Montalcino”. Un indirizzo della memoria, un vero e proprio caffè letterario dove nobiltà e borghesia si riunivano per discutere di arte, musica e letteratura.
Oggi, questo squisito esempio di Liberty, conserva intatta l’atmosfera fin-de-siècle, dai divani in velluto rosso ai tavolini in marmo giallo, rientrando di diritto tra i locali storici d’Italia. E proprio a quei tavolini si sono seduti nel tempo Mario Monicelli, Anthony Hopkins e Carlo d’Inghilterra.
I prodotti sono del territorio, dal pane del Forno Lambardi, ai pecorini dell’azienda Cucusi di Pienza, fino ai salumi di Carlo Pieri provenienti da Sant’Angelo Scalo.
Piazza del Popolo
+39 0577 849043
Caffè 1888 Fiaschetteria Italiana
Taverna del Grappolo Blu
Da piazza del Popolo si scende per via Moglio, percorrendo pochi metri di una ripida e stretta scalinata si arriva al Grappolo Blu. Aperto da Luciano Moretti nel 2004, questa autentica trattoria, offre un’esperienza culinaria genuina. L’atmosfera è quella di una tipica taverna toscana, con due salette dall’arredamento semplice e rustico, e con un servizio informale ma attento.
La cucina è schiettamente territoriale, con piatti come le tagliatelle ai funghi e crema tartufata, i pici all’aglione, lo stinco di manzo all’aceto balsamico e la guancia di manzo al Brunello, preparati con ingredienti locali. Gli affettati dell’azienda agricola Fontanelle di Chianciano, come nella più intransigente tradizione toscana, provengono da suini allevati con il sistema del brado. La cantina vanta un’ampia selezione di vini, tra cui i Brunello suddivisi per annata e alcune vecchie bottiglie di pregio per i veri appassionati, serviti con cura e con il bicchiere appropriato.
Scale di Via Moglio, 1
+39 0577 847150
Teatro degli Astrusi
In posizione leggermente sopraelevata rispetto al piano della piazza, il Teatro degli Astrusi, vero gioiello di architettura, del quale si ha notizia già nel 1678. Legato all’Accademia degli Astrusi, ha subito diverse trasformazioni nel corso del tempo, che ne hanno plasmato l’aspetto attuale. Ristrutturato nel 1766 a opera dell’architetto chiancianese Leonardo De Vegni, ha assunto una struttura tipicamente all’italiana, con pianta a ferro di cavallo, due ordini di palchi riccamente decorati con stucchi e pitture, e una platea.
Di particolare pregio è la copertura, ornata da un affresco neoclassico raffigurante il “Carro del Sole con Apollo circondato dalle nove Muse”. Opera inizialmente attribuita al pittore senese Giovanni Battista Marchetti (già collaboratore di Antonio Galli Bibbiena nel Teatro dei Rinnovati a Siena), è recentemente ricondotta a Cesare Maffei, attivo nella prima metà del XIX secolo.
Nel secondo dopoguerra, il Teatro degli Astrusi conobbe un periodo di declino. Snaturata la sua vocazione originaria, venne utilizzato prima come cinematografo e dal 1975 come locale notturno. Solo a metà degli anni Ottanta, grazie anche al crescente successo del Festival di Montalcino, l’Amministrazione comunale decise di riacquistare il teatro e di intraprendere un importante progetto di restauro conservativo. I lavori, eseguiti su progetto degli architetti Marco Isidori e Gianni Neri, furono completati nel 1992, restituendo alla città un prezioso spazio culturale.
Oggi, il Teatro degli Astrusi accoglie fino a 180 spettatori, distribuiti tra platea e i due ordini di palchi, e ospita una variegata programmazione, dalle rappresentazioni teatrali ai balletti, dai concerti musicali ai convegni, seminari e meeting.
Chiesa di Sant’Agostino
Lasciato il Teatro degli Astrusi, proseguendo la salita per Via Ricasoli, si arriva alla monumentale Chiesa di Sant’Agostino. Risalente agli inizi del XIV° secolo, parte integrante di un complesso con annesso l’antico convento agostiniano, rappresenta una delle architetture religiose più significative di Montalcino. A partire dalla sua costruzione, fu sede dell’ordine mendicante degli Agostiniani, il cui scopo era l’accoglienza dei numerosi fedeli.
Interamente costruita in pietra, presenta nel portale a cuspide e nei pinnacoli le caratteristiche dell’architettura gotica. La parte superiore, frutto di restauri successivi, include un grande rosone.
La struttura interna dell’edificio segue il classico modello conventuale, presentando un’unica navata di notevoli dimensioni, caratterizzata da una copertura a capriate lignee, alla fine della quale vi è una cappella a pianta quadrangolare, sormontata da una volta a crociera.
Le pareti interne, affrescate da vari artisti senesi del XIV° e del XV° secolo, raffigurano scene della Passione di Cristo con episodi della vita di Sant’Antonio Abate. Il coro, invece, conserva affreschi trecenteschi dedicati alle Storie di Sant’Agostino, agli Evangelisti e ai Dottori della Chiesa, attribuiti al pittore senese Bartolo di Fredi.
Adiacenti alla chiesa, si sviluppano gli ambienti monastici, disposti attorno a due chiostri cinquecenteschi.
Via Ricasoli 31
Chiostro di Sant’Agostino
Il chiostro cinquecentesco di Sant’Agostino, trasformato in spazio museale, rappresenta un contenitore culturale di grande valore, che custodisce testimonianze artistiche e storiche di rilievo. Dal 1997, sede del Museo Civico e del Museo Diocesano di Arte Sacra, ospita oggi il Tempio del Brunello.
All’interno si possono ammirare una ricca collezione che spazia dal Medioevo al Novecento. Tra le opere più significative si segnalano sculture lignee dipinte del Quattrocento, ceramiche medievali, manufatti tessili, oreficeria sacra. Il museo ospita, inoltre, dipinti, affreschi staccati, arredi sacri e altri oggetti che contribuiscono a ricostruire la storia artistica e culturale di Montalcino e del suo territorio.
Tempio del Brunello: un viaggio multisensoriale nel cuore del re dei vini
Proprio all’interno dell’ex complesso conventuale di Sant’Agostino, il Tempio del Brunello è un viaggio sensoriale immersivo ed emozionale dedicato a uno dei vini più celebrati al mondo. Parte integrante del progetto “Oro di Montalcino”, ne esplora le radici profonde intrecciate con la storia, l’archeologia e il ricco patrimonio artistico del territorio.
La visita inizia con “InChiostro” e l’esperienza di realtà virtuale “InVolo“, che permette di sorvolare virtualmente i paesaggi di Montalcino, tra vigneti, castelli e borghi.
Proseguendo in un ambiente ipogeo, video immersivi svelano i quattro elementi cardine che definiscono l’unicità del Brunello: il terroir, la ricca biodiversità, il clima ideale e la sapiente opera dell’uomo.
“Quadro Divino” invita a liberare la propria creatività, traendo ispirazione dalla vibrante palette di colori che caratterizza il territorio di Montalcino.
“Calix“, con la sua suggestiva architettura a forma di calice rovesciato, ospita proiezioni di opere d’arte a testimonianza della profonda influenza del territorio sull’arte. L’esperienza si conclude nell’Enoteca, dove sommelier professionisti e un sommelier digitale guidano la degustazione del Brunello e del Rosso di Montalcino.
Informazioni su ingressi
+39 0577 286300
orodimontalcino@operalaboratori.com
Prenotazioni degustazioni, aperitivi, pranzi e cene, matrimoni e cene
+39 335 1576289
tempiodelbrunello@operalaboratori.com
Osteria Porta al Cassero
Sulla stessa via Ricasoli al civico 34, l’Osteria al Cassero, poco distante dall’omonima porta d’accesso al borgo, una cucina semplice e verace della tradizione, in un ambiente spartano. Al centro del ristorante, un profondo pozzo impiegato in passato per la raccolta di acqua piovana per abbeverare il bestiame della stalla.
Si consigliano l’antipasto misto con le bruschette, coniglio arrosto “morto”, la trippa alla montalcinese. Vini locali.
+39 0577 847196
osteriadiportaalcassero@gmail.com
Tesori d’Arte e Spiritualità: Il Duomo – Concattedrale del Santissimo Salvatore
Proseguendo per poco più di 200 metri verso via Spagni, si arriva al Duomo di Montalcino, ufficialmente Concattedrale del Santissimo Salvatore. Principale luogo di culto cattolico della città e, dal 1986, Concattedrale dell’Arcidiocesi di Siena-Colle di Val d’Elsa-Montalcino.
Il Duomo sorge sul luogo dove precedentemente si trovava una pieve romanica dedicata al Santissimo Salvatore, risalente all’XI° secolo. Elevato a cattedrale nel 1462 per volere di Papa Pio II°, contestualmente all’istituzione della diocesi di Montalcino. L’antica chiesa romanica fu demolita all’inizio del XIX° secolo per far posto all’attuale edificio, costruito in stile neoclassico su progetto dell’architetto senese Agostino Fantastici. I lavori iniziarono nel 1818 e terminarono nel 1832. La cattedrale fu poi consacrata nel 1844 dal vescovo Paolo Bertolozzi.
L’interno del Duomo di Montalcino, improntato al gusto neoclassico, si articola in tre navate separate da imponenti colonne ioniche, elemento distintivo di questo stile architettonico. La pianta è a croce latina, caratterizzata dalla presenza di un doppio transetto: il primo, nella posizione tradizionale tra l’abside e l’aula, e il secondo in controfacciata, una soluzione architettonica meno comune che contribuisce a dilatare lo spazio e a creare una maggiore monumentalità.
Lungo i bracci di entrambi i transetti, si aprono altari decorati da dipinti di Francesco Vanni, importante esponente del Manierismo senese. Nel primo altare della navata sinistra si ammira l’Immacolata Concezione con Gesù e Dio Padre (1588), mentre sull’altare di fronte San Giovanni Battista nel deserto. Nella Cappella del Suffragio è conservato un dipinto di scuola senese del XVI° secolo raffigurante San Michele Arcangelo che scaccia gli angeli ribelli dal Paradiso. Infine, nella sagrestia di Francesco Nasini una tela con la Madonna Assunta tra angeli e i Santi Ippolito vescovo e Cipriano martire (1647).
Via Spagni, 28
Spedale di Santa Maria della Croce – Comune di Montalcino
Nella zona settentrionale di Montalcino, nell’odierna piazza Cavour, un tempo contrada San Lorenzo, sorge lo Spedale di Santa Maria della Croce, oggi sede del Comune. Citato per la prima volta in un documento del 1280, le sue origini sono certamente più remote, purtroppo non se ne ha testimonianza, in quanto l’archivio andò distrutto in un incendio nel 1444.
Nel 1872, lo Spedale fu trasferito nell’ex Convento di San Francesco, dove continua tutt’oggi la sua attività come “Ospedale di Comunità”. Nel corso dei secoli, questa istituzione ha accolto non solo malati, ma anche indigenti e orfani, offrendo loro assistenza e sostegno.
Il palazzo si presenta con una forma piuttosto articolata e con una facciata divisa in due: la parte bassa è rivestita in pietra, mentre la parte superiore intonacata con un color ocra. Tutte le finestre sono inoltre incorniciate in pietra. La stanza, che si trova nell’atrio, nota come Scrittoio, utilizzata anticamente come pellegrinaio e farmacia, è decorata con affreschi di Vincenzo Tamagni, eseguiti nel 1510-’12, raffiguranti Santa Maria della Croce e Madonna in trono col Bambino, Angeli e Santi.
Piazza Cavour
Fuori Le Mura, Abbazia di Sant’Antimo
Per chi visita Montalcino è quasi d’obbligo una gita all’Abbazia di Sant’Antimo, situata a circa 10 km dal centro, in località Castelnuovo dell’Abate. L’abbazia, immersa nella suggestiva Valle dello Starcia, è un gioiello dell’architettura romanica toscana. La sua storia affonda le radici in un’antica leggenda che narra della sua fondazione da parte di Carlo Magno nel 781.
L’abbazia, con la sua imponente facciata in travertino, il campanile slanciato e l’atmosfera di pace e spiritualità che si respira al suo interno, è un luogo di grande fascino. Durante le celebrazioni, è possibile ascoltare i suggestivi canti gregoriani, che contribuiscono a creare un’atmosfera mistica e fuori dal tempo.
L’Abbazia di Sant’Antimo non è solo un luogo di culto, ma anche un centro di cultura e arte. Durante l’anno, vengono organizzati concerti di musica sacra e classica, con la partecipazione di artisti e orchestre di alto profilo. La musica sacra e, in particolare, il Canto Gregoriano sono da sempre parte integrante della liturgia dei monaci benedettini che per secoli hanno abitato l’Abbazia.
All’interno di Sant’Antimo, si tengono corsi di canto gregoriano, una occasione di introspezione e di intima preghiera. I corsi, curati da maestri di fama nazionale, sono rivolti a singoli o a gruppi, con la possibilità di lezioni personalizzate e di alloggio presso la foresteria monastica.
Si tengono inoltre, a cadenza periodica, seminari dedicati alle tecniche pittoriche per la realizzazione delle icone medievali, con particolare attenzione all’utilizzo dei pigmenti antichi e ai metodi di realizzazione dei fondi oro, seguendo le ricette e le indicazioni contenute negli antichi trattati d’arte. Su richiesta potranno essere organizzati anche per piccoli gruppi.
Si ha l’opportunità di riscoprire l’antica tradizione erboristica delle farmacie monastiche attraverso laboratori didattici, in cui approfondire le conoscenze sulle proprietà benefiche delle essenze naturali e apprendere la preparazione di prodotti erboristici secondo ricette secolari. I seminari si tengono periodicamente e potranno essere organizzati su richiesta anche per piccoli gruppi.
Vengono proposti, infine, percorsi di approfondimento sulle tecniche e sullo stile della miniatura medievale, con particolare attenzione al manuale De Arte Illuminandi e ad altri ricettari medievali. I partecipanti saranno guidati nella realizzazione di una miniatura su pergamena. L’abbazia accoglie gruppi e, su richiesta, organizza corsi dedicati, in aggiunta alla programmazione regolare.
Per informazioni e prenotazioni corsi
Telefono: +39 0577/286300
Mail: antimo@operalaboratori.com
Località Castelnuovo dell’Abate
Eventi a Montalcino: Sagre, Festival e Manifestazioni
Benvenuto Brunello (20-24 Novembre 2025). L’evento più importante per gli amanti del vino, firmato Consorzio del vino Brunello di Montalcino. Durante la manifestazione, le aziende vinicole di Montalcino presentano in anteprima le nuove annate del Brunello e del Rosso di Montalcino. Un’occasione unica per degustare i vini, incontrare i produttori e scoprire i segreti della produzione.
Red Montalcino (Giugno). Il Wine Festival, sempre organizzato dal Consorzio, è dedicato alle poliedriche sfumature del Rosso di Montalcino DOC. Il programma prevede banchi d’assaggio, stand con specialità gastronomiche regionali, vegan e fusion, oltre a una enoteca collettiva e un cocktail bar.
Jazz & Wine in Montalcino (Luglio). Un festival che unisce la passione per il vino di qualità alla musica jazz. Concerti di artisti internazionali si alternano a degustazioni di Brunello e altre eccellenze del territorio, creando un’atmosfera unica e suggestiva.
Apertura delle Cacce (Agosto): Rievocazione storica che celebra l’inizio della stagione venatoria, con corteo in costume e degustazione di piatti tradizionali.
Giostra di Simone (Ultimo fine settimana di Agosto): Rievocazione storica che commemora la vittoria di Montalcino su Siena nel 1554. Prevede una competizione equestre tra i cavalieri dei diversi quartieri, sfilate in costume e spettacoli.
Festa della Madonna del Soccorso (8 Settembre): Festa religiosa in onore della patrona di Montalcino, con celebrazioni liturgiche e processioni.
Settimana del Miele (Settembre): Evento dedicato alla valorizzazione del miele prodotto nel territorio di Montalcino, con degustazioni, laboratori e incontri con gli apicoltori locali.
L’Eroica Montalcino (Settembre/Ottobre): Tappa del famoso evento ciclistico d’epoca che si svolge sulle strade bianche della Val d’Orcia, con partenza e arrivo a Montalcino.
Sagra del Tordo (Ultima domenica di Ottobre). Questa sagra affonda le sue radici nelle antiche tradizioni venatorie del territorio. Oltre alla degustazione di piatti tipici a base di selvaggina, si svolge una competizione tra i quartieri del paese con sfilate in costume medievale, esibizioni di sbandieratori e la caratteristica gara di tiro con l’arco. Un vero e proprio tuffo nel passato.
Montalcino: Un Terroir Vocato alla Viticoltura di Eccellenza
Montalcino, incastonata nel cuore della Toscana, a circa 40 km in linea d’aria dal Mar Tirreno e 100 km dalla catena appenninica, domina un paesaggio collinare di straordinaria bellezza, insignito del titolo di Patrimonio dell’Umanità UNESCO nel 2004.
Il territorio montalcinese, dominato da un’unica e vasta collina in gran parte ricoperta da boschi, offre un armonioso mosaico di boschi, vigneti, oliveti e seminativi, testimonianza di una secolare vocazione agricola, narrata dalle sue caratteristiche costruzioni in pietra. Il comune include anche le frazioni di Castelnuovo dell’Abate, Sant’Angelo e Torrenieri.
il territorio di Montalcino si distingue per una vocazione vitivinicola di eccellenza. I suoi vini, prodotti esclusivamente all’interno dei confini comunali, esprimono la ricchezza di un terroir unico, delimitato dai fiumi Ombrone, Asso e Orcia. Su un’area di 24.000 ettari, di cui il 15% coltivato a vite, nascono quattro denominazioni: il Brunello di Montalcino DOCG, il Rosso di Montalcino DOC, il Moscadello di Montalcino DOC e il Sant’Antimo DOC, ciascuna con un profilo organolettico inconfondibile.
Superficie totale del territorio di Montalcino Ha 24.000
Superficie totale dei terreni vitati Ha 3.500
Brunello di Montalcino DOCG Ha 2.100
Rosso di Montalcino DOC Ha 510
Moscadello di Montalcino DOC Ha 50
Sant’Antimo DOC Ha 480
Altri vini Ha 360
Brunello di Montalcino DOCG: L’Emblema dell’Eccellenza
Il Brunello di Montalcino DOCG rappresenta l’apice qualitativo della produzione locale. Ottenuto esclusivamente da uve Sangiovese, localmente denominate “Brunello“, questo vino segue un disciplinare di produzione estremamente rigoroso. La resa massima per ettaro è fissata a meno di 80 quintali di uva (equivalenti a circa 52 ettolitri di vino), garantendo una concentrazione ottimale degli aromi e della struttura.
L’immissione sul mercato avviene a partire dal 1° gennaio del quinto anno successivo alla vendemmia, dopo un periodo di affinamento che prevede almeno due anni in botti di legno e un minimo di quattro mesi in bottiglia. Per la tipologia Riserva, l’affinamento in bottiglia si estende a sei mesi, con commercializzazione a partire dal sesto anno. Questo lungo periodo di maturazione conferisce al Brunello complessità, eleganza e una notevole longevità.
Rosso di Montalcino DOC: Giovane Espressione del Sangiovese
Il Rosso di Montalcino DOC incarna la versatilità del terroir montalcinese, capace di esprimere, attraverso lo stesso vitigno Sangiovese, un vino di pronta beva. A differenza del Brunello, il Rosso di Montalcino può essere commercializzato a partire dal 1° settembre successivo alla vendemmia. Riconosciuto come DOC a partire dalla vendemmia 1984, questo vino si distingue per la sua freschezza, la spiccata fruttuosità e la piacevolezza immediata, rappresentando una valida alternativa per i produttori e i consumatori che ricercano un vino di qualità ma meno impegnativo.
Sant’Antimo DOC: Un’Ampia Gamma di Vini
A completare il panorama enologico di Montalcino, si aggiunge la denominazione Sant’Antimo DOC, introdotta con la vendemmia 1996. Questa DOC offre una maggiore flessibilità, comprendendo sia vini bianchi che rossi, con la possibilità di specificare il vitigno in etichetta. Questa denominazione permette di valorizzare ulteriormente la diversità del territorio e le capacità dei produttori.
Moscadello di Montalcino DOC: Un Dolce Tesoro
Il Moscadello di Montalcino DOC è un vino bianco dolce con una storia antica, celebrato anche da Ugo Foscolo in una sua missiva. Prodotto con uve Moscato, è disponibile nelle tipologie Tranquillo, Frizzante e Vendemmia Tardiva. Grazie all’impegno di viticoltori appassionati, questo vino sta vivendo una rinascita, riscoprendo il suo ruolo nel panorama enologico di Montalcino. La Vendemmia Tardiva, in particolare, offre un profilo aromatico intenso e complesso, con note di frutta matura e miele.
Specialità ilcinesi
Montalcino, terra di grandi vini, è anche custode di una tradizione gastronomica profondamente radicata nel territorio. Ingredienti genuini, ricette tramandate di generazione in generazione e una storia millenaria si fondono per creare un patrimonio di sapori unici e inconfondibili. Un viaggio a Montalcino non è completo senza un’immersione nella sua ricca offerta culinaria.
Primi piatti tradizionali
I primi piatti della tradizione ilcinese e più in generale toscana hanno un gusto deciso e concentrato, i cui condimenti a base di carne di selvaggina, esprimono i sapori e il carattere del territorio.
Pici o Pinci
Tipica pasta fresca della Val d’Orcia sono i pici, una varietà di pasta lunga simile agli spaghetti, spessi e irregolari, che nella terra del Brunello, diventano “pinci”. La loro particolare porosità, capacità di assorbire e trattenere i sughi, li rende ideali per diversi condimenti, dalla selvaggina all’aglione, fino a salse più elaborate.
Pinci alle briciole, sono uno dei piatti classici da gustare nei ristoranti e nelle taverne locali. Un piatto di origine contadina, realizzato con ingredienti poveri e facilmente reperibili. I pinci vengono conditi con un sugo semplice a base di pane raffermo sbriciolato e tostato in padella con aglio, olio e peperoncino.
Pinci all’aglione, sono conditi con un sugo a base di aglio, pomodoro e peperoncino, cotto a fuoco lento. L’aglione, una varietà di aglio gigante tipica della Valdichiana, cresce tra le province di Siena e Arezzo, Perugia e Terni. Più digeribile e dolce dell’aglio comune, conferisce al piatto un sapore intenso e deciso.
I tortelli alla Mugellana, una delle ricette più apprezzate della cucina ilcinese. Si tratta di pasta fresca ripiena di un composto a base di patate insaporito da formaggio, prezzemolo e aglio. Questo tipo di tortello si accompagna solitamente a sughi di carne, come il ragù di cinghiale.
Secondi piatti tradizionali
Il peposo è uno stracotto di carne bovina tipico della Toscana, in particolare della zona dell’Impruneta, nei dintorni di Firenze. La preparazione prevede una lunga cottura, circa tre ore, in un tegame, tradizionalmente di terracotta o rame. La carne, resa tenerissima dalla lenta cottura, è immersa in una salsa densa e speziata, caratterizzata da un’abbondante presenza di pepe nero. Tradizionalmente, il peposo viene servito con pane toscano senza sale e si accompagna a vini rossi robusti come il Brunello di Montalcino. La sua origine è legata alle fornaci di terracotta dell’Impruneta, dove veniva cotto sfruttando il calore residuo delle fornaci.
Lo stufato alla Sangiovannese è un piatto tradizionale della cucina ilcinese, legato alla storia locale e alle consuetudini delle classi lavoratrici. La sua preparazione prevede l’utilizzo di varie spezie tra cui zenzero, chiodi di garofano e cannella. La composizione precisa di questa miscela aromatica varia di famiglia in famiglia, tramandata di generazione in generazione come un prezioso patrimonio culinario.
Cinghiale in dolceforte. Diffuso nelle aree di Siena e Firenze, il Dolceforte vanta origini antiche, con tracce documentate nei ricettari del XVI secolo. Questa preparazione, probabilmente nata in epoca rinascimentale, riflette la consuetudine dei banchetti di allora di combinare sapori dolci e salati, offrendo una varietà di dolciumi nel servizio di credenza, una sorta di buffet di antipasti.
Il Dolceforte era concepito più come una salsa di accompagnamento che come una vera e propria ricetta. Veniva aggiunto a metà cottura a carni in umido, come lepre o cinghiale. La salsa era composta da panforte e cavallucci tritati, cioccolato fuso nel burro, uvetta sultanina, pinoli e noci spezzettati, il tutto amalgamato con aceto e cotto prima di essere unito alla carne. A seconda delle preferenze, la salsa poteva essere aggiunta anche a fine cottura per preservare l’integrità e l’intensità dei sapori dolci, creando un contrasto più marcato. In epoca antecedente all’introduzione del cioccolato dalle Americhe, il Dolceforte prevedeva l’impiego del miele in sostituzione.
Dolci della tradizione
Il panforte è un dolce tradizionale senese le cui origini si fanno risalire al Medioevo. Anticamente considerato un prodotto di lusso destinato alle classi nobili, si è poi diffuso nel corso dei secoli diventando un simbolo della gastronomia locale, in particolare durante il periodo natalizio. Si tratta di un dolce compatto e ricco di ingredienti, tra cui frutta candita (come cedro e melone), mandorle, miele e spezie (come cannella, noce moscata e chiodi di garofano). Esistono diverse varianti, tra cui la versione “bianca”, caratterizzata da una copertura di zucchero a velo vanigliato, che si dice sia stata creata in occasione della visita della regina Margherita a Siena nel 1879.
Gli amaretti sono piccoli dolci a base di mandorle, zucchero, albume d’uovo e aromi. La loro consistenza può variare da croccante a morbida, a seconda della ricetta e del metodo di preparazione. Sono diffusi in diverse regioni italiane, con varianti locali che differiscono per ingredienti e forma. Gli amaretti si caratterizzano per il loro sapore dolce-amaro, conferito dalla presenza delle mandorle, e per la loro fragranza. Vengono spesso consumati a fine pasto, accompagnati da caffè o da un bicchiere di vino dolce.
I ricciarelli sono biscotti tipici senesi dalla forma ovale e dalla consistenza morbida e friabile. L’impasto è a base di mandorle, zucchero, albume d’uovo e aromi, tra cui la scorza di arancia candita. La superficie è cosparsa di zucchero a velo. Le origini dei ricciarelli risalgono al XIV° secolo e si narra che il loro nome derivi dalla forma arricciata delle pantofole orientali. Sono tradizionalmente consumati durante le festività natalizie e si distinguono per il loro sapore dolce e delicato, con un caratteristico aroma di mandorla.
Dove dormire a Montalcino
Villa La Fortezza
Villa La Fortezza, una dimora di charme, offre un’atmosfera intima e accogliente. Ristrutturata con cura, presenta un ampio soggiorno con camino, una sala da pranzo, una cucina attrezzata e tre camere con bagno privato. Gli arredi si integrano perfettamente con l’architettura originale. Gli ospiti possono rilassarsi nel giardino privato, nel patio o sulla terrazza, e usufruire di numerosi servizi e confort. Su richiesta, sono disponibili degustazioni di vini e servizi di ristorazione.
Piazzale Fortezza 9
Tel:+39 331 7513462
Locanda Franci
Nel cuore di Montalcino, tre alloggi arredati con stile, per un soggiorno di puro relax.
Camera dello Scrittore
Varcando la soglia di questa camera, si è avvolti da una calda atmosfera, dove legno e pietra si armonizzano in un accogliente abbraccio. Il letto a baldacchino, elemento centrale della stanza, invita al relax e al riposo, mentre i colori tenui, i profumi delicati e le luci soffuse creano un’atmosfera di benessere. Una scala in legno conduce al lucernario, un angolo per ammirare il cielo stellato.
Camera del Sommelier
Questa camera è dedicata agli amanti del Brunello e del buon vino. Dopo una giornata trascorsa tra le colline di Montalcino e della Val d’Orcia, si potranno degustare pregiate etichette comodamente seduti nelle poltrone in pelle, godendo della vista sulla maestosa rocca fortificata.
Camera del Pittore
Questa camera, con la sua vista privilegiata sulla Fortezza, è un vero e proprio rifugio nel cuore di Montalcino. Un libro antico sulla storia della città svela i segreti di questo borgo incantevole, mentre gli elementi tipici dell’architettura toscana, come il pavimento in legno, le pareti in pietra e i soffitti con travi a vista, creano un’atmosfera calda e accogliente.
Piazzale Fortezza 5
Tel:+39 331 7513462
Locanda di Sopra
La Locanda di Sopra offre un’ospitalità raffinata in un’autentica casa medievale, dove il design contemporaneo si fonde con la tradizione toscana. Le camere, con vista sulla Fortezza o sul cortile interno, sono un’oasi di comfort e tranquillità, arredate con gusto e attenzione ai dettagli.
La Locanda di Sopra celebra le sei porte d’ingresso a Montalcino, dedicando a ognuna di esse una camera unica: Porta Castellana, Porta Corniolo, Porta Cassero, Porta Cerbaia, Porta Gattoli e Porta Burelli.
Tutte le camere condividono ambienti raffinati e intimi, con soffitti a travi in legno che richiamano la tradizione toscana, pavimenti in travertino che aggiungono un tocco di eleganza e arredi che combinano sapientemente pezzi vintage e dettagli moderni.
Piazzale Fortezza 3
Tel:+39 331 7513462
Il Giglio
Situato in un antico palazzo nel cuore di Montalcino, l’Albergo Il Giglio mantiente intatto tutto il fascino dell’ottocentesca stazione di posta. Dall’atmosfera calda e accogliente tipica delle strutture a conduzione familiare con le sue 12 camere, arredate nel tradizionale stile toscano con pavimenti in cotto e travi in legno, regala una vista mozzafiato sulle Crete Senesi e sulla città di Siena.
A pochi passi dall’hotel, gli Appartamenti e le Camere Anna, ospitati all’interno di un edificio del 1600, sono la scelta perfetta per chi desidera un soggiorno più indipendente o per periodi prolungati.
Via Soccorso Saloni, 5
+39 0577 848167
Casa del Dago
A pochi passi da Piazza del Popolo, si trova Casa del Dago, un’intima dimora situata al primo piano di un edificio storico, con accesso indipendente.
Entrando, si è accolti da un ampio salotto con comodo divano, ideale per rilassarsi dopo una giornata trascorsa alla scoperta del territorio. La cucina completamente attrezzata, il bagno spazioso e moderno, la camera da letto arredata con un magnifico letto a baldacchino. Le finestre si aprono su uno degli scorci più suggestivi della Val d’Orcia, regalando una vista incantevole.
Via Mazzini 1
Tel:+39 331 7513462