Pubblicata la classifica “50 Migliori Steakhouse d’Italia” di Braciamiancora. La Braseria, Via di Guinceri e I Due Cippi conquistano il vertice assoluto. La Toscana si conferma patria della carne, la Campania sorprende per crescita e il settore si tinge di rosa con una nuova generazione di professioniste.
La guida “50 Migliori Steakhouse d’Italia” 2026, pubblicata da Braciamiancora, è diventata la bussola indispensabile per navigare un settore in pieno fermento. È la mappa autorevole di un fenomeno, quello della steakhouse di alto profilo, che prima non aveva una critica dedicata.
Il network fondato da Michele Ruschioni, partito nel 2016 con l’istinto di “raccontare il pianeta carne”, ha colmato un vuoto editoriale evidente. I numeri parlano chiaro: una community social che tocca il milione di follower e un engagement che raggiunge gli 11 milioni di utenti. Braciamiancora è diventato l’osservatorio di riferimento per il settore.
Ottenere la loro “Fiamma” è oggi un simbolo di eccellenza. È l’equivalente delle Forchette o delle Stelle per questo specifico segmento: un sigillo che sposta le preferenze e orienta il mercato. Il sistema di valutazione della guida, frutto di un’attenta selezione, assegna le Fiamme di merito. Mentre Una Fiamma premia l'”ottimo livello” e Due Fiamme i ristoranti “eccellenti e con una personalità distinta”, il massimo riconoscimento, le Tre Fiamme, è destinato esclusivamente ai locali “straordinari e unici nel loro genere”.
Il Consumatore al Centro: Etica e Trasparenza
L’edizione 2026 evidenzia un trend di consumo ormai consolidato. Gli italiani non rinunciano a una buona bistecca, ma sono molto più attenti ai temi della sostenibilità. Cercano costantemente carne di qualità proveniente da allevamenti etici, apprezzano i menù circolari dove ogni parte dell’animale trova una valorizzazione e preferiscono una filiera trasparente, che consenta di sapere cosa si mangia e da dove proviene.
Le Steakhouse premiate sono quelle che uniscono passione e consapevolezza, che si impegnano a ridurre gli sprechi, a privilegiare piccoli allevatori italiani e a costruire una relazione onesta con i clienti.
I Tre Volti dell’Eccellenza Assoluta: Le Tre “Fiamme” del 2026
Quest’anno, a raggiungere il massimo riconoscimento di Braciamiancora è un terzetto d’eccezione che rappresenta il gotha della carne: due conferme assolute, La Braseria di Osio Sotto (BG) e I due Cippi di Saturnia (GR), e una prestigiosa new entry ai vertici, Via di Guinceri di Vicarello (LI). I primi due si confermano al vertice dopo il traguardo dello scorso anno, mentre Via di Guinceri compie il balzo decisivo, passando da Due a Tre Fiamme.
“Questi ristoranti rappresentano il meglio del panorama nazionale," spiega Michele Ruschioni, founder e direttore di Braciamiancora. "Hanno una selezione di carne eccellente e offrono un’esperienza memorabile sotto tutti i punti di vista: dalla selezione di carne al servizio, dalla cantina al pairing carne-vini. Hanno una filosofia raffinata, dietro ogni proposta del loro menu c’è uno studio meticoloso e un sapiente utilizzo della brace, che rimane il metodo di cottura alla base del loro format”.
La Braseria (Osio Sotto, BG) – Il Culto Ancestrale della Materia
Nel cuore della provincia bergamasca, nel borgo di Osio Sotto, La Braseria si conferma un tempio dove la carne viene celebrata nella sua espressione più pura, atavica, ancestrale. Qui lo Chef Luca Brasi agisce come un vero sacerdote della materia, la cui filosofia si basa su un controllo totale della filiera produttiva, con una netta preferenza per carni italiane e biologiche e un rigoroso processo di frollatura gestito in-house.
L’eccellenza de La Braseria risiede nella sua doppia anima tecnica. Da un lato, la Griglia, che esalta tagli nobili come il Bue Grasso Piemontese e una sorprendente selezione di Wagyu 100% a Km0. Dall’altro, una “PASSIONE BBQ“, che definisce un percorso di gusto differente attraverso la cottura lenta, a 110°C per 8-10 ore, e affumicatura con fumo di faggio. Questa maestria si applica non solo ai classici come le spare ribs, qui proposte in una versione di pecora, ma anche a tagli di Bue Grasso e Wagyu, conferendo una profondità inaspettata.
A dimostrazione di una cultura gastronomica completa, la carta affianca alla selezione principale solidi primi della tradizione, dai Casoncelli della “Mina” alle Tagliatelle al ragù di Bue Grasso, e una coraggiosa riscoperta delle frattaglie, come la lingua alla brace e il rognone trifolato.
I Due Cippi (Saturnia, GR) – Il Fuoco, la Famiglia, la Maremma
I Due Cippi affonda le radici nella visione del fondatore, Michele Aniello, un vero pioniere del gusto. Emigrato da Caserta, Michele scommise sulla Maremma negli anni ’70, quando ancora era terra amara, aprendo il ristorante nel 1980 e trasformandolo in un “tempio della cucina buona“.
Oggi, il figlio e chef-owner, Lorenzo Aniello, porta avanti quell’eredità con una filosofia che la critica internazionale ha sintetizzato in “fuoco, eccellenza, passione e famiglia”. La classifica di Braciamiancora non fa che confermare un plauso ormai globale: World’s 101 Best Steak Restaurants ha infatti posizionato I Due Cippi al numero 4 della classifica mondiale 2025, incoronandolo “il miglior ristorante di carne in Italia“.
Parlare con Lorenzo Aniello, tuttavia, rivela una profondità che supera l’etichetta. Come lui stesso sottolinea, definire I Due Cippi una “steak restaurant” è riduttivo. Il fuoco è il cuore pulsante, ma il valore del locale risiede in un ecosistema gastronomico completo: le paste sono fatte in casa, la panificazione è interna e gli antipasti sono studiati con la stessa cura, come dimostra la celebre Battuta di cuore di bistecca con maionese fatta in casa. La brace qui non è un fine, ma un rito familiare che eleva una materia prima, come la vacca brada piemontese o la Black Angus, a esperienza culturale.
Via di Guinceri (Vicarello, LI) – L’Ossessione Intellettuale per la Ricerca
Via di Guinceri, in provincia di Livorno, incarna la ricerca pura. Il successo di questo locale si fonda sul sodalizio tra la chef Cristina Fagiolini e il selezionatore di materie prime Fabrizio Moccia. La loro missione è dichiarata: una “ricerca spasmodica della migliore materia prima”, con l’obiettivo di “non rovinarla, ma valorizzarla”.
Questa ricerca si traduce in una selezione che va ben oltre i confini del convenzionale. L’eccellenza di Via di Guinceri risiede in due aree specifiche. La prima è il recupero attivo di razze dimenticate e rare: emblematica è la loro operazione di recupero della burlina, una razza veneta autoctona che hanno commissionato a un allevamento sul Monte Grappa, studiando per essa una dieta specifica.
La seconda è la maestria nelle frollature estreme, che possono spingersi fino a 200 giorni, e nella gestione di carni internazionali complesse come l’autentico Kobe giapponese e il Wagyu. L’esperienza al tavolo, come il menu degustazione, riflette questo approccio scientifico. L’abbinamento proposto con distillati (whisky, sakè) piuttosto che solo con il vino, non è un vezzo, ma una scelta tecnica precisa per pulire i grassi e preparare il palato a un viaggio sensoriale di intensità unica.
L’Eccellenza Distinta: Le Nove “Due Fiamme”
A seguire, troviamo i nove ristoranti che hanno conquistato le Due Fiamme, indirizzi considerati “eccellenti e con una personalità distinta” che spesso guidano l’innovazione nelle loro regioni.
Antica Trattoria del Reno - Bologna (BO)
Barroso Beefsteccheria - Tirrenia (PI)
Bifrò - Torino (TO)
Braceria Bifulco - Ottaviano (NA)
Dogana Golosa - Caserta (CE)
Era Ora SteakHouse - Malta (Premiata come Miglior Steakhouse all'Estero)
La Braceria - Camucia (AR)
Matigusta - Marina di Altidona (FM)
Vecchia Osteria Marotta - Marotta (PU)
La Base dell’Eccellenza: Le 38 “Una Fiamma” Regione per Regione
Trentotto invece i ristoranti insigniti con Una Fiamma, locali con un livello alto, con una selezione di carni studiata in modo accurato e una proposta molto interessante e ben eseguita. Questa vasta platea di locali di qualità dimostra la profondità del movimento della brace in Italia, con una distribuzione che tocca quasi l’intera penisola.
Abruzzo: Zio Barrett – Bussi sul Tirino (PE)
Calabria: 109 Officine – Lamezia Terme (CZ)
Campania: Al Vecchio Capannaccio - Ischia (NA), Baraonda - Nocera Inferiore (SA), Braceria Peccerella - Camposano (NA), Carlino Superior Beef - Santa Maria la Carità (NA), de Matteo alla Brace - Maddaloni (CE)
Emilia-Romagna: Locanda Ca'Os - Castell'Arquato (PC), Officina della Senape - Modena (MO)
Friuli-Venezia Giulia: Bracerie Venete Trieste - Trieste (TS)
Lazio: Beef Bazaar - Roma (RM), Da Lina 1905 - Stimigliano (RI), Dupon Meat House - Monterotondo (RM), Mamma mia - Roma (RM)
Liguria: Nana Meat & Wine - La Spezia (SP)
Lombardia: Braceria Da.Ma - Brebbia (VA), Braceria del Crotto - Morbegno (SO), Grillo Fuoco e Materia - Cesate (MI)
Molise: Cora d' Zia - Campobasso (CB)
Piemonte: Brasserie La Griglia - Nichelino (TO)
Puglia: Da Gianni braceria - Terlizzi (BA), Enococus - Ceglie Messapica (BR), Il Toscanaccio 2.0 - Leverano (LE)
Sardegna: Sa Tanca e Bore - Siniscola (NU)
Sicilia: Chilogrammo - Catania (CT), La brace Food Experience - Palermo (PA), Ostaria - Siracusa (SR), Seidita Steakhouse - Palermo (PA)
Toscana: Antico Casale di Scansano - Scansano (GR), Griglieria da Maria Giaccherini - Terranuova Bracciolini (AR), Locanda d'Ansedonia – Ansedonia (GR), Trattoria dall'Oste - Firenze (FI)
Trentino-Alto Adige: Steakhouse Panorama - Rablà (BZ)
Veneto: El Guapo – Verona (VR), Il Braciere di Eraclea - Eraclea (VE), Kluit - Sappada (BL), Retrò Osteria Veneta - Marcon (VE)
La Nuova Geografia del Fuoco: Territori e Rivoluzioni
La classifica 2026 disegna una nuova mappa dell’eccellenza, confermando roccaforti storiche e, soprattutto, illuminando l’ascesa di nuovi territori.
La Toscana: Patria Indiscussa (8 Ristoranti)
Con otto ristoranti premiati, la Toscana si conferma la patria della buona carne. Non è una sorpresa. Questa regione non è solo la culla della Chianina e della “fiorentina” per antonomasia, ma un territorio dove la cultura della brace è radicata nel DNA sociale. La sua forza, oggi, non risiede più solo nella tradizione, ma nella capacità di mantenere uno standard qualitativo altissimo e, contemporaneamente, di innovare. È la regione che ospita due dei tre vincitori nazionali (I Due Cippi e Via di Guinceri), un benchmark mondiale e un faro della ricerca. A questi si affiancano altre eccellenze premiate con Due Fiamme, come la Barroso Beefsteccheria di Tirrenia, che consolidano un primato inattaccabile.
L’Ascesa della Campania: La Rivoluzione dalla Macelleria
Se la Toscana è la fortezza, la Campania è la new wave. È la regione che registra la crescita più interessante, un fenomeno straordinario per un territorio tradizionalmente dominato, nell’immaginario collettivo e nella ristorazione d’eccellenza, dalla cucina di mare.
Questa ascesa ha un nome e un pioniere: Luciano Bifulco. Sebbene recentemente scomparso, la sua eredità ha letteralmente cambiato il mondo della carne in Campania. Bifulco, un chianchiere (macellaio, in napoletano) di quarta generazione, ha innescato una rivoluzione culturale. Ha portato la cultura e la sapienza della macelleria, selezionando razze locali come la Marchigiana e la Podolica allevate nel beneventano, all’interno del fine dining. La sua ossessione è stata la frollatura dry-aging, spingendola a livelli mai visti prima in regione, da 60 fino a oltre 180 giorni. La sua Braceria Bifulco a Ottaviano, premiata con Due Fiamme, è diventata un modello, un tempio della carne che ha ispirato una nuova generazione di ristoratori campani.
La Brace è Donna: La Fine di un Tabù Maschile
La classifica 2026 evidenzia una tendenza importante: l’emergere di una leadership femminile ai vertici del settore. La brace, per decenni, è stata l’ultimo bastione di un immaginario gastronomico maschile. Oggi, quel tabù è caduto.
La presenza di Cristina Fagiolini sul podio nazionale è il segnale più evidente, ma la tendenza è confermata da una nuova generazione di professioniste. Tra queste spiccano figure emblematiche come Matilde, dell’omonimo Matigusta a Marina di Altidona (FM), che quest’anno si aggiudica anche il premio speciale per il “Miglior Carpaccio”, e Maddalena Tessitore, anima della Dogana Golosa a Caserta.
L’approccio di Matilde e Maddalena si allinea perfettamente con i driver fondamentali del consumatore del 2025: etica, sostenibilità e tracciabilità. La leadership femminile, quindi, non è solo una questione di parità: è uno dei principali motori che sta guidando il settore.
L’Innovazione Oltre la Griglia: I Premi Speciali
Come in ogni guida autorevole, Braciamiancora ha assegnato anche dei premi speciali per individuare l’eccellenza in aspetti e settori fondamentali del panorama della brace.
Ecco i principali riconoscimenti tematici del 2026:
Premio Miglior Tartare – Beef Bazaar (Roma)
Miglior Carpaccio – Matigusta (Marina di Altidona)
Miglior Servizio di Sala – Antica Trattoria del Reno (Bologna)
Miglior Cantina – Bifrò (Torino)
Miglior Comunicazione Social – Nana Meat&Wine (La Spezia)
Miglior Primo – Pici all’aglione – La Braceria (Camucia)
Miglior Birreria Carnivora – Vecchia Osteria Marotta (Marotta)
Emblematico è il caso del Beef Bazaar di Roma. Sebbene si sia aggiudicato il premio per la Miglior Tartare, questo riconoscimento è solo la punta dell’iceberg della loro filosofia. Il locale rappresenta il modello della steakhouse urbana e internazionale, basata su una ricerca maniacale di tagli pregiati da tutto il mondo, dalla Manzetta Prussiana al Kobe giapponese.
Ma la loro innovazione non è solo nella selezione: è nel formato. Il locale ha sviluppato un menù aperitivo che decontestualizza la carne di alta qualità, proponendola in versioni finger food e, soprattutto, in un sorprendente sushi di carne. Questo approccio gourmet ma accessibile sta creando nuovi formati di consumo, intercettando un pubblico più giovane e dinamico.
Infine, la guida ha votato anche la Miglior SteakHouse italiana all’estero: il premio è andato all’Era Ora SteakHouse di Malta, che conquista anche le Due Fiamme.