Le Tenute del Leone Alato celebra 10 anni di Costa Arènte e 20 anni di Duemani

Nel 2025 Le Tenute del Leone Alato celebrano due anniversari di grande rilievo: i 10 anni di Costa Arènte e i 20 anni di Duemani. Due traguardi che segnano non solo la maturità delle rispettive tenute, ma anche l’evoluzione di un progetto vitivinicolo che pone al centro la qualità, l’autenticità e la valorizzazione dei terroir.

L’azienda ha inoltre presentato due vini simbolo: la nuova annata dell’Amarone della Valpolicella Valpantena 2020, affidata all’esperienza di Riccardo Cotarella, e l’inedito Costa Toscana Duemani Venti 2020, Cabernet Franc in purezza che porta la firma di Luca D’Attoma. Due interpretazioni diverse, accomunate dall’impronta di due enologi di riferimento che hanno saputo tradurre la vocazione dei rispettivi territori in vini capaci di distinguersi per carattere e identità.

A completare questo percorso di racconto e celebrazione è anche Terræ, volume fotografico realizzato da Jacques Pion con testi di Lorenzo Carpané. Attraverso un linguaggio che intreccia strumenti analogici e tecnologia digitale, l’autore ha saputo interpretare l’anima delle Tenute con uno sguardo unitario, capace di esaltare la diversità senza disperderne il significato. L’opera, concepita come un erbario contemporaneo, custodisce metaforicamente l’essenza di ciascuna tenuta, preservandone la storia e proiettandola nel futuro. Prodotta in edizione limitata e numerata, è un oggetto editoriale esclusivo che restituisce la polifonia di voci che compongono Le Tenute del Leone Alato.

«Fare vino e fare fotografia condividono molto più di quanto si possa immaginare: entrambi richiedono tempo, attenzione, sensibilità. Servono occhio e intuito, ma anche rigore, tecnica e capacità di cogliere l’essenza di ciò che è davanti. Così come ogni vino nasce dal territorio e ne restituisce i tratti più autentici, anche ogni immagine nasce da un ascolto profondo del luogo. Le Tenute del Leone Alato sono un modello contemporaneo di eccellenza italiana: radicato nei territori ma capace di parlare un linguaggio internazionale, fedele alle origini ma proiettato verso il futuro», ha dichiarato Igor Boccardo, Amministratore Delegato di Leone Alato, durante la presentazione dei vini e del volume.

Le Tenute del Leone Alato: identità e posizionamento

Le Tenute del Leone Alato è un modello distintivo nel panorama vitivinicolo italiano, un insieme di realtà enologiche che, pur profondamente diverse per storia, geografia e paesaggio condividono una visione comune. Il perimetro produttivo delle Tenute si estende tra Piemonte (Bricco dei Guazzi), Veneto (Costa Arènte), Friuli Venezia Giulia (Torre Rosazza) e Toscana (Duemani). L’export rappresenta circa il 30% del fatturato, con presidi diretti negli Stati Uniti e in Cina e mercati chiave nel Nord Europa e in Asia, ottenendo riconoscimenti nazionali e internazionali che ne attestano la qualità e la coerenza stilistica.

“Oggi affermiamo fortemente il nostro posizionamento. Le Tenute del Leone Alato si propongono come una realtà di riferimento per un pubblico consapevole, esigente, capace di riconoscere l’autenticità dietro ogni scelta produttiva e stilistica. Un brand che fa della coerenza il proprio valore distintivo, unendo qualità, sostenibilità e visione in un modello di eccellenza italiana capace di competere sui mercati globali”, ha concluso Boccardo.

Costa Arènte Amarone della Valpolicella Valpantena 2020

Costa Arènte si trova a Grezzana, in Valpantena, una delle zone più vocate della Valpolicella. I vigneti si estendono tra i 100 e i 600 metri di altitudine su un naturale balcone collinare, con suoli di marne calcaree a tessitura franco-argillosa, ricchi di microelementi e spesso segnati dalla presenza di fossili. Queste condizioni favoriscono acidità elevata, eleganza e notevole capacità di invecchiamento. La menzione “Valpantena” in etichetta diventa la firma di uno stile fresco, profumato e minerale, frutto di una produzione volutamente limitata e condotta con approccio artigianale.

L’Amarone della Valpolicella Valpantena 2020 nasce da uve corvina, corvinone e rondinella raccolte e selezionate manualmente per l’appassimento in fruttaio, che dura almeno tre mesi, con una perdita di peso del 40%. Seguono diraspatura, cernita, breve macerazione a freddo e fermentazione con frequenti rimontaggi. Dopo la fermentazione malolattica, il vino matura due anni in tonneaux e almeno un anno in botte di rovere di Slavonia, quindi affina in vetro per non meno di dodici mesi.

«L’Amarone 2020 è l’espressione più autentica della nostra visione: potenza ed eleganza che si fondono in un racconto di territorio, tempo e passione». Così lo definisce e ne riassume l’identità Riccardo Cotarella.

Nel calice il colore è rubino fitto con riflessi granato. Al naso emergono note di ciliegia scura e marasca sotto spirito, seguite da sfumature eteree e speziate di pepe nero, cannella e liquirizia. In bocca è pieno e vellutato, con tannini morbidi e una freschezza che sostiene la progressione e garantisce longevità. Perfetto con selvaggina, brasati e formaggi stagionati, è ideale anche come vino da meditazione.

IGP Costa Toscana Duemani Venti 2020

Duemani nasce a Riparbella dal progetto pionieristico di Luca D’Attoma, tra i primi in Italia a impostare la viticoltura secondo principi biologici e biodinamici. I vigneti, ad alta densità, sono stati impiantati su terreni in origine non vitati, seguendo una filosofia che unisce ascolto costante della vigna e scelte di cantina essenziali e rispettose.

Per celebrare i vent’anni dalla fondazione la tenuta presenta in anteprima Duemani Venti, cabernet franc in purezza dell’annata 2020. Un vino concepito come interpretazione distinta rispetto al “tradizionale” Duemani, con una forza più sottile e raffinata.

«Venti che trasportano profumi e sapori mediterranei che racchiudono l’essenza di Duemani», così Luca D’attoma ne definisce l’anima.

Le uve provengono da una parcella situata nella parte più alta dell’azienda, a circa 350 metri di altitudine, su suoli argillosi e salini con importante scheletro calcareo. Allevati ad alberello con densità fino a 8.000 ceppi per ettaro e rese intorno ai 30 quintali, i vigneti vengono raccolti manualmente e selezionati in piccole cassette. La vinificazione avviene in vasche di cemento con tecnica tradizionale e per infusione, prevedendo lunghe macerazioni e una piccola quota di grappolo intero. Il vino affina per 24 mesi in barriques da 225 litri di rovere francese proveniente dal Tronçais, seguiti da almeno 12 mesi in bottiglia.

Nel calice esprime tannini fitti e setosi, mineralità profonda e una progressione precisa. Un Cabernet Franc di potenza misurata ed equilibrio, pensato per la lunga evoluzione. In abbinamento predilige piatti strutturati come petto d’anatra al tartufo nero, piccione, fagiano, faraona, selvaggina, brasati e stracotti.

La produzione è limitata a 1.733 bottiglie da 0,75 litri. Sarà presentato ufficialmente in occasione di Vinitaly 2026.

Le Tenute del Leone Alato

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